di Giuseppe Longo
Emergenza cereali in Friuli Venezia Giulia, soprattutto per quanto riguarda il mais.
Alla vigilia del nuovo raccolto, i magazzini sono ancora pieni e i prezzi sono deludenti perché la domanda è molto in ribasso.
Gli essiccatoi sono in affanno, si riempiono di debiti e sono costretti a cercare strategie innovative – dipende però dai punti di vista – per uscire dalla crisi.
Come è avvenuto nelle scorse settimane in un importante impianto del Medio Friuli, che ha deciso di mettersi nelle mani di un imprenditore austriaco pur di salvare la struttura che appare ormai largamente sovradimensionata dopo che le superfici investite a mais sono state tagliate drasticamente, a vantaggio di altre colture, perché i ricavi non sono più remunerativi.
Un quadro, insomma, estremamente preoccupante di cui si è resa interprete Confagricoltura Fvg attraverso le parole del vicepresidente Philip Thurn Valsassina.
«La questione delle giacenze – sottolinea infatti – è rilevante anche per il nostro settore cerealicolo regionale.
Gli essiccatoi sono pieni di granella, i commercianti hanno fatto scorta di prodotto, la domanda è scarsa e si fa fatica a vendere.
Ciò si riflette sui prezzi che, in Friuli Vg, si mantengono mediamente più bassi del resto d’Italia di circa 10 euro a tonnellata.
Il mais segna un calo delle superfici, molto marcato anche in Friuli Vg, a motivo del basso prezzo di vendita della granella e dell’obbligo comunitario di differenziare le produzioni aziendali e praticare le rotazioni.
Conseguentemente, la mancanza di prodotto ha messo in difficoltà gli essiccatoi e ciò ha fatto sì che siano diventati preda anche di società estere”.
Par di capire, in queste parole, una valutazione critica da parte di Confagri Fvg su quanto accaduto nelle scorse settimane nel Codroipese, tanto da porsi sulla linea della Coldiretti regionale che aveva molto contrastato l’intesa deliberata invece a larghissima maggioranza dai soci della cooperativa interessata.
«Cosa ci aspetta, allora, nei prossimi mesi?
Attorno a noi – spiega Thurn Valsassina – c’è un mercato internazionale complesso, dominato dalla guerra dei dazi.
È difficile, perciò, prevedere cosa accadrà esattamente ma, nel frattempo, l’incertezza porta a uno stallo delle contrattazioni e conseguente calo dei prezzi.
Inoltre, i commercianti, soprattutto per la merce d’importazione, propongono contratti sempre più a lungo termine (due e tre anni), cosa che, per la struttura frammentata dei produttori italiani, ma soprattutto friulani, è molto difficile da accettare».
Il vicepresidente di Confagri Fvg Philip Thurn Valsassina.
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Una situazione, dunque, complessa e delicata, figlia di un momento particolare che si registra anche a livello nazionale.
Crescono, infatti, sensibilmente le giacenze di soia e cereali, come segnala l’Istat, l’istituto nazionale di statistica. A luglio, il mais ha segnato un +47% (con 1.100 mila tonnellate è il record delle ultime tre campagne); la soia +43% (per 309 mila tonnellate) e il frumento un +27% (per 547 mila tonnellate).
Relativamente alle superfici complessive, su base nazionale (la Regione Fvg non ha ancora comunicato i dati), il frumento cresce leggermente (+2,7%) rispetto all’anno precedente; similmente l’orzo (+2,8%), mentre il mais cala dello 0,5% che, però, registra un aumento della produzione pari all’1,9%.
Dal punto di vista dei prezzi, si conferma un trend di leggera ripresa per il frumento che, comunque, mantiene livelli bassi (190 euro/tonnellata); si osserva poi una leggera flessione nell’ultimo mese delle quotazioni del mais (che si attesta intorno ai 188 euro/tonnellata), prodotto comunque caratterizzato da un trend in aumento e una tendenza di elevata volatilità per l’orzo, con l’ultimo prezzo a quota 181 euro/tonnellata.
Una situazione, dunque, indubbiamente delicata e che richiede misure strategiche, sollecitando anche l’intervento della politica regionale.
Infatti, nonostante la vistosa riduzione delle superfici destinate al mais – ma che resta comunque la coltura principale -, quello cerealicolo è infatti un settore di primo piano nelle zone pianeggianti del Medio Friuli e della Bassa.
E che non può permettersi di far incrociare una crisi con l’altra.
Vale a dire: magazzini pieni e prezzi deludenti con le mietitrebbie pronte a partire.
Una situazione, facile la deduzione, preoccupante e che potrebbe anche diventare esplosiva.
< N.d.R. vista l’importanza e la delicatezza dell’argomento vi terremo informati dell’andamento e dell’evolversi della situazione con i prossimi articoli a riguardo >
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In copertina, Mais in un appezzamento che in questo periodo non ha sofferto la mancanza d’acqua grazie all’irrigazione artificiale.
nelle due foto a seguire: differenze fra culture in terreni irrigui (2018) e coltivazioni del 2017 su terreni meno favoriti dall’ irrigazione artificiale dove anche quest’anno è preoccupante la situazione dei cereali e in particolare del mais.
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